Le Mura Venete

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Le mura venete di Bergamo sono un’imponente costruzione architettonica risalente al XVI secolo, ben conservate non avendo subito, nei secoli, nessun evento bellico. Tale cinta è costituita da 14 baluardi, 2 piani, 32 garitte, 100 aperture per bocche da fuoco, due polveriere, 4 porte: Sant’Agostino, San Giacomo, Sant’Alessandro, San Lorenzo. Per realizzare le Mura vennero demoliti oltre 250 edifici, di cui 8 religiosi, tra cui rientrano anche la cattedrale di Sant’Alessandro e il convento domenicano di Santo Stefano: questo è il motivo delle otto scomuniche lanciate durante i lavori. Furono impiegati nella loro costruzione moltissimi operai, sotto la direzione di architetti veneziani e bergamaschi, a causa della vastità dell’edificazione. I colli su cui si sviluppò Bergamo alta rivestivano, fin dall’antichità, una notevole importanza strategico-militare per la propria conformazione orografica ma specialmente perché crocevia tra la parte orientale della pianura padana, particolarmente il Friuli, e l’Europa Centrale. La città di Bergamo risultava fortificata già nell’epoca romana, anche se poche ne sono le tracce, e sicuramente occupavano un territorio di misura inferiore a quello odierno, rimangono maggiori testimonianze delle mura medioevali del X secolo che si sovrappongono alle mura romane. Nel 1428 Venezia procedette ad ampliare il sistema difensivo di cui era dotata la città, attaccata numerose volte dai Visconti, dai Francesi e dagli spagnoli. La Rocca fu potenziata aggiungendovi il torrione, tuttora esistente, e venne completata la funzione difensiva con la costruzione di una cintura di bastioni, comunemente noti come mura venete, lunga 6200 metri, che circondava la città alta trasformandola in una fortezza. Le mura vennero costruite dalla Repubblica di Venezia nella città di Bergamo a partire dal 1561 e ultimate nel 1588, epoca in cui la città orobica rappresentava l’estremità occidentale dei domini veneti sulla terraferma. Tuttavia la decisione di dotare Bergamo di una così ardita opera aveva una valenza politica piuttosto che militare: difatti le dimensioni della cinta muraria erano imponenti, ma non sufficientemente da comprendere tutta la città bassa che, rimanendo quindi esclusa, la rendeva di fatto un’opera utilizzabile soltanto per fini difensivi, e non per organizzarvi un attacco ai vicini domini spagnoli. Era quindi una tacita ammissione di rinuncia da parte della Serenissima di ampliare i propri domini in Lombardia.  Nella parte bassa della città venne rinforzata e ristrutturata la cinta muraria, detta le Muraine esistente già nel XII e XIII secolo. Questo, considerato l’anello difensivo più esterno della città, era una vera e propria barriera fortificata che isolava i borghi cittadini dalla pianura. Di esse, completamente abbattute nel 1901, rimangono poche tracce come il tratto di mura con merlature e feritoie originali in via del Lapacano e la torre circolare detta del Galgario nella parte sud-orientale. La candidatura a patrimonio mondiale dell’Unesco colloca le Mura all’interno del sito seriale e transnazionale “Le opere di difesa veneziane tra XV e XVII secolo”. Si tratta di valorizzare un sistema di fortificazioni e opere di difesa costruite dalla Repubblica di Venezia tra il XV ed il XVII secolo, armoniche tra loro e legate da un filo ideale.