Per questo progetto abbiamo deciso di intervistare una ex-studentessa della nostra scuola, una ragazza ventitreenne che si chiama Leaticia Ouedraogo: nativa del Burkina Faso, a undici anni è arrivata a Bergamo con la sua famiglia; qui ha fatto le scuole medie, pur non conoscendo all’inizio la lingua italiana, e si è poi iscritta al Liceo Scientifico “Filippo Lussana” di Bergamo che ha frequentato con ottimi risultati. Dopo il liceo, per poter frequentare Lingue  a Venezia, ha partecipato alla selezione per il prestigioso Collegio Internazionale di Ca’ Foscari, riuscendo ad arrivare tra i primi classificati.

Dove abiti?

Attualmente mi trovo in Portogallo per studi, ma la mia residenza fissa è in Italia.

Che istituto frequenti?

Frequento l’università Ca’ Foscari di Venezia, e sono iscritta ad un corso triennale “ Lingue, civiltà e scienze del linguaggio”

La scorsa primavera sei salita agli onori delle cronache nazionali per una lettera che hai pubblicato su un blog studentesco, dopo che nei bagni della biblioteca universitaria era apparsa una scritta inneggiante a Luca Traini, autore della sparatoria a Macerata contro persone di colore. La notizia è stata ripresa dai quotidiani nazionali e tu sei stata invitata persino nella trasmissione del sabato di Massimo Gramellini su Rai3.

Ricollegandoci a quell’esperienza, tu, straniera e africana, sei mai stata offesa o hai  mai vissuto esperienze di discriminazione?

Diciamo che le ho vissute durante tutto il mio periodo di permanenza in Italia e in tutta l’Europa che ho visto. Io sono arrivata in Italia quando avevo 11 anni, quindi nel 2008 e ho dovuto sopportare vari episodi di discriminazione, in alcuni casi era razzismo, mentre in altri era razzismo e sessismo allo stesso tempo. E ci sono anche stati casi di molestie psicologiche.

Ritieni quindi che gli italiani siano razzisti?

Affermazioni di questo tipo, nella mia opinione, sono molto generaliste. Io non riesco a ridurre la mia esperienza a tutto un paese perché io sono una persona e l’Italia è fatta da milioni di persone che io non ho conosciuto;  posso sicuramente dire che è un paese complicato in cui il razzismo è qualcosa di vero.Ora, dire che tutti gli italiani sono razzisti per me è impossibile perché per me il razzismo non ha segnato tutta la mia vita qui in Italia. Perciò, riassumendo potrei dire che ci sono stati dei razzisti italiani nella mia vita, ma non che sono tutti gli italiani ad essere razzisti.

Questa è proprio la ragione per cui io sono stata in grado di costruire relazioni interpersonali con altri italiani senza subire episodi di razzismo.

“Gli italiani sono razzisti?” Questa affermazione non la farei mai, anche perché quando in questa affermazione dici “gli italiani” nella tua testa gli italiani sono un popolo preciso: tutti bianchi e tutti “puri”. In realtà, però,  gli italiani sono sempre stati un popolo “meticcio”.

Per esempio mio fratello, che ha 8 anni e che è andato solo 2-3 volte in Burkina  e che non ha una esperienza diretta di quel paese, è cresciuto in Italia e si sente del tutto italiano  e so che, pur sentendosi italiano, non è razzista nei miei confronti.

Perciò la cosa importante da definire quando si pone una domanda di questo genere è “chi sono gli italiani?”.

Hai la cittadinanza italiana?

No, non ce l’ho perché mio padre non ce l’ha ancora e io, essendo maggiorenne, dovrei aprire un mio processo, e per gli adulti c’è bisogno di compiere dieci anni di residenza in Italia dopodiché si può procedere nella richiesta. Nel mio caso, essendo per di più passato il Decreto Sicurezza ci vorranno dai 4 ai 10 anni, quindi attualmente come cittadinanza ho soltanto quella burkinabé.

Cosa  pensi del Decreto Sicurezza?

Del decreto sicurezza abbiamo sentito parlare  varie volte anche perché sono stati in molti a mobilitarsi contro. Esso ovviamente cerca di promuovere la sicurezza ma in un modo ipocrita e assolutamente contrario a quello che ci vuole per un paese sicuro. Secondo me anzi, questo decreto non aumenterà la sicurezza ma la diminuirà perché crea insicurezza facendo pensare che essa derivi solo da una categoria di persone che non viene considerata come tale, gli immigrati e non da altri fattori di rischio;  di fatto invece mette proprio gli immigrati in una condizione di ulteriore precarietà: si troveranno ad essere nessuno e saranno preda di chi potrà e vorrà approfittarsene.

In nessun caso l’immigrazione  è un rischio, è piuttosto qualcosa che caratterizza l’essere umano: la società umana è sempre stata caratterizzata da  emigrazioni ed immigrazioni, quindi attribuire tutto il peso dell’insicurezza del paese all’immigrazione è un ragionamento  ipocrita e manipolatore.

Pensi di essere tutelata dallo stato italiano?

Penso assolutamente di no, non sono tutelata come cittadina perché non sono neanche considerata come cittadina. Le leggi possono dire quello che vogliono, nel senso che io ho un permesso di residenza a durata illimitata che mi garantisce una residenza sul suolo italiano e di godere di alcuni diritti: questo è quello che dice la legge,  ma dal punto di vista di come viene applicata io penso di non essere tutelata.

Io come persona, come ragazza nera, in Italia corro molti rischi, corro rischi in quanto ho problemi a trovare un lavoro, perché il fatto che io sia nera in alcuni casi è stato un handicap.

Io sono a rischio anche soltanto camminando per strada. Direi di più: io ora come ora non mi sento tutelata nemmeno nei miei studi, perché mi vengono negate molte borse di studio e opportunità di crescere come studentessa e come cittadina, proprio perché non ho la cittadinanza, non perché non abbia le competenze. per ottenerle, come del resto ho già dimostrato.

A cura di Davide Petriccioli